[Articolo] Gli animali nelle Fiabe

INTRODUZIONE

Il regno del fantastico è abitato da personaggi molto speciali, dalle forme esorbitanti, dagli accostamenti inconsueti, da difformità, ma soprattutto da situazioni estremamente fluide: ogni cosa deve poter mutare di colpo, deve essere libera da vincoli; in questo modo non si può quindi infrangere nessuna regola e i desideri e le paure diventano reali per il solo fatto di essere stati pensati. Nel mondo del fantastico abbiamo quindi tutta una schiera di mostri, mutanti e chimere che lo popolano; gli animali partecipano alla storia e interagiscono con l’uomo per aiutarlo o contrastarlo; per questo sono dotati di parola, hanno valori morali e sono in grado di fare progetti. Sembra quindi che il mondo del fantastico sia dominato dalla contaminazione dell’uomo che, se da una parte mantiene alto lo stupore e la suspense del lettore, dall’altra testimonia la permeabilità della membrana che divide l’umano dal non umano.
Il vero protagonista della fiaba, non è quindi l’animale “puro”, ma un ibrido tra uomo e animale dove a volte prevalgono le caratteristiche umane e a volte quelle animali. I mostri che vivono nel mondo del fantastico servono a marcare ancora di più la differenza con il mondo reale sottolineando l’opposizione ordine/disordine che essi stessi creano. Infatti la mescolanza di anatomie differenti, la mutabilità morfologica, l’asimmetria degli apparati, il numero di teste, gambe e braccia, la presenza di ali o di appendici inutilizzabili fanno del mostro un protagonista del disordine. L’elemento “disordine” è una caratteristica molto importante nel racconto fantastico, perché, in genere, sostiene e giustifica “l’organizzazione” di base della narrazione.
Lo svolgimento di un racconto fantastico è sostanzialmente: ordine iniziale – disordine – ordine finale, ed è proprio nella fase di disordine che si possono creare situazioni e personaggi capaci di dar vita a una molteplicità di esiti narrativi.
Sembra che nulla possa spiegare il piacere che proviamo leggendo una qualsiasi fiaba o leggenda; l’insieme di stupore e di sospensione, il ritmo della vicenda, l’alternarsi di situazioni inattese ci avvince e accontenta una nostra voce interiore che non perde una parola del racconto e resta in attesa di nuove emozioni. Bisogna quindi concordare sul fatto che queste letture sono estremamente stimolanti per l’immaginazione e perfette per accontentare la nostra curiosità. Il racconto fantastico si nutre di stupore, di brivido, di esaltazione; deve perciò proporre l’insolito, l’agghiacciante, la spettacolarità: sogni e incubi, desideri e paure devono trovare un luogo adatto per sfidarsi, ma allo stesso tempo devono essere lasciati liberi all’imprevisto e all’ignoto. Per tutti questi motivi il personaggio del racconto fantastico, il pasticcio di forme che realizza ibridi e chimere, e che mescola la categoria dell’umano con quella dell’irreale, si presta alla buona riuscita della narrazione.

L’ANIMALE NELLA FIABA

Il mondo delle fiabe è uno dei luoghi privilegiati dove animalità e magia s’incontrano per dare vita ad un universo libero dai vincoli e aperto a tutte le possibilità.
La fiaba deve sedurre, accontentare in desiderio di stupore, attirare la sua attenzione. Per questo deve mescolare la curiosità con la paura e l’esaltazione. Bisogna concepire la fiaba nella sua dimensione spaziale, cioè nel territorio dove l’immaginazione può essere libera di viaggiare. E’ quindi un “ecosistema” dove ci si trasforma in un’entità estremamente libera, immersa in un mondo instabile.
Il mondo della fiaba è magico perché raffigura situazioni estremamente fluide:

  • I desideri diventano realtà;
  • Il vincolo del tempo viene meno;
  • Ogni barriera può essere infranta, che sia di specie, di ceto, d’età.
  • L’identità non ingabbia e non limita i movimenti o le potenzialità della fantasia perché muta, si trasforma, si ibrida, metamorfizza.

Nella fiaba il ruolo di consigliere viene ricoperto dall’animale, che condurrà il bambino in un mondo precluso all’adulto. In questo senso la fiaba riporta ad un tempo “che fu”, a un’età in cui gli animali erano gli unici maestri.
Insomma l’animale indica al bambino quali meraviglie e quali altri mondi si preclude nel momento in cui decide di diventare adulto. Il bambino si troverebbe dunque in bilico tra l’accesso alla comunità umana e l’accesso alla piena animalità. Ed è proprio in questa indecisione che si annida la magia: nessuna legge governa in modo definitivo sulla mente del bambino.

L’ANIMALE NEI RACCONTI MITOLOGICI E NELLE LEGGENDE

Nella mitologia e nelle leggende l’animale o la creatura amica accompagna l’eroe come:

  • Maestro di saggezza, che inizia l’eroe alle leggi della natura;
  • Custode dell’eroe, interviene quando l’eroe è nei guai;
  • Fratello o doppio dell’eroe, pronto a sacrificarsi al suo posto;
  • Segno, per indicare la strada o preannunciare un evento.

Ma nella fiaba vi sono anche creature ostili che devono essere vinte o abbattute.
Per qualificare la posizione dell’animale bisogna tenere presenti diversi fattori. Primo fra tutti la specie in relazione con la cultura; cioè a seconda della tradizione uno stesso animale può avere diverse valenze opposte (per esempio il serpente nella cultura egiziana e in quella ebraica).
Bisognerà anche constatare il loro colore; un animale scuro o nero è considerato un elemento notturno, legato al regno delle tenebre, della morte e quindi al male; un animale biondo o bianco è simbolo del sole, della luce e quindi della vita.
L’animale ostile è spesso una chimera, ossia un’accozzaglia di parti anatomiche di animali anche estremamente diversi tra loro, prendendo da ogni animale “il meglio”; deve poter mutare aspetto, costituire una sfida che metta in pieno risalto le doti dell’eroe, non possono mancare allora: l’uso del fuoco, la potenza fisica, l’arte magica di mutare il paesaggio o la capacità di far ricrescere parti anatomiche. Un’altra caratteristica delle leggende, a parte quella della contrapposizione tra Luce e Tenebre, Bene e Male, è quella delle creature o degli animali guardiani, posti a sorveglianza di tesori o luoghi sacri. Hanno il duplice compito di impedire che le persone non predestinate o impure varchino la soglia e di simboleggiare la soglia stessa, il limite tra due realtà diverse.
Il custode è in genere un animale fantastico, una chimera, in parte umano e in parte animale, oppure, se appartiene a una specie realmente esistente è in genere modificato; per esempio, nella tradizione irlandese un immenso gatto riduce in cenere i ladri, nelle leggende celtiche e cinesi enormi formiche sorvegliano i tesori. I grifoni a guardia delle miniere d’oro, i naga della mitologia indiana alle soglie di tesori, il Serpente come guardiano dell’Albero della Conoscenza, la Sfinge a vigilare sulla conoscenza esoterica, il Giaguaro a proteggere i luoghi sacri ed anche Cerbero, il guardiano del Regno dei morti.

IL DAIMON ANIMALE

Nei racconti fantastici rinveniamo l’animale o sotto forma di vero protagonista della vicenda, o sotto forma simbolica o come entità capace di facilitare particolari eventi. Il demone (o dal greco “daimon”) animale è uno spirito che abita le zone di confine, sfuggevole e tenebroso, e si manifesta a tempo debito per punire l’arroganza umana o comunque far comprendere all’uomo i suoi limiti.
La presenza di un daimon animale è sempre stata avvertita con timore dall’uomo, che l’ha immaginata come una figura misteriosa e potente, da pacificare ogni qual volta il patto di amicizia tra mondo degli uomini e quello degli animali veniva turbato da “invasioni territoriali” come per esempio una battuta di caccia.
Il daimon animale abita le foreste, le vette dei monti, gli abissi, in altre parole i luoghi più ostili e irraggiungibili; incarnazione dello spirito primigenio, è il legittimo proprietario dei luoghi lussureggianti di vegetazione, il signore delle forze primordiali. La forza del daimon animale è riconducibile alle rigogliose energie della natura in termini di fertilità, vigore, istintività, piena capacità di reagire agli scacchia dati dal mondo esterno. La capacità della natura di riprendere possesso di quanto le è stato tolto dal lavoro umano rafforza il senso di religiosità nell’uomo.
Ma il daimon animale è altresì il regno dei grandi istinti, il luogo della perdita di razionalità, della follia, del panico (parola legata a Pan, dio della natura); questo territorio presenta vaste aree di congiunzione con il mondo ultraterreno e magico cosicché lo spirito animale si trova ad affiancare l’uomo nei riti e nelle pratiche esoteriche.

L’ANIMALE MISTERICO

L’utilizzo misterico dell’animale è riconducibile al fatto che l’uomo attribuisce al non umano una maggiore vicinanza o consonanza con le forze sconosciute del naturale o del sovrannaturale, ovvero con tutti i fenomeni imprevedibili che nell’uomo sfuggono al raziocinio o alla semplice governabilità. Tra le funzioni misteriche dell’animale vanno ricordati:

  • L’animale come capro espiatorio: il capro espiatorio ha il compito di prendere su di sè tutte le colpe della comunità ma al tempo stesso ha il compito, con la sua morte, di ristabilire tale armonia liberando la comunità dai mali che la affliggono;
  • L’animale come presenza propiziatoria: accanto a un sacerdote o nel luogo del rito;
  • L’animale come spirito da cui farsi possedere o doppio a cui ritornare nella zoomanzia, nello zodiaco, nella simbologia, nella metempsicosi, nel totemismo, nel teriomorfismo dello sciamano, nei calendari divinatori, nei vahana indiani;
  • L’animale come doppio simbolico della divinità oppure come espressione della divinità, oppure il teriomorfismo come espressione della divinità o come manifestazione della divinità;
  • La funzione apotropaica dell’animale: in grado di allontanare o distruggere influssi malefici; in molte culture esistono precisi riferimenti simbolici e utilizzi di particolari specie per allontanare gli spiriti del male;
  • La funzione psicopompa dell’animale: accompagnatore delle anime di defunti;
  • L’animale come presenza ctonia;
  • L’animale nei cortei infernali.

ANIMALE COME SPECCHIO

Nelle fiabe e nei racconti, così come nelle metafore, si incontrano animali umanizzati le cui caratteristiche derivano non da conoscenze empiriche ma dalla tradizione. Ebbene, queste figure animali sono al centro della nostra vita immaginativa, le conosciamo per la lunga frequentazione nelle sfere più profonde del nostro inconscio.
Le tradizioni popolari hanno tramandato una nutrita serie di associazioni tra bestie ed eventi. Gli animali possono prefigurare il futuro, in alcuni casi possono anche concorrere a determinarlo.

Pubblicato da Blue Ylith

Sono solo un'ombra del bosco.