Feste celtiche, i giorni Sacri degli antichi

Le feste Celtiche

Celebrano, durante l’anno, i momenti in cui il mondo degli uomini e quello degli Déi si avvicinano, fino a sfiorarsi.

Per i Celti il tempo non è lineare, non procede indefinitamente in avanti, ma è ciclico: le ere si susseguono per ritornare a quella originaria, gli anni segnano l’avvento delle stagioni e il loro superamento, anche i giorni si svolgono secondo un ritmo che ritorna. La vita dell’uomo non fugge via, ma è una continua ricorrenza.
Solo all’interno di questa concezione temporale è possibile cogliere la sacralità del mondo: mondo e tempo non sono altro rispetto alle divinità, ma nei cicli della natura si può cogliere il divino. Le feste celtiche celebrano proprio quei momenti in cui il velo tra il mondo degli uomini e quello degli dei si assottiglia, fino a permettere l’incontro tra gli spiriti dell’aldilà e quelli dell’aldiquà.
La Ruota dell’Anno è un calendario sacro che unisce e fonde in sé; due cicli separati eppure connessi: il primo ciclo è quello del mistico viaggio del dio Sole attraverso il cielo, che si snoda attraverso i due solstizi e i due equinozi, narrandoci la nascita, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia dell’astro. Questo è il ciclo delle feste solari: Yule, il solstizio d’inverno, Ostara, il solstizio d’estate, Litha, equinozio di primavera, e Mabon, equinozio d’autunno. Il secondo ciclo è quello stagionale, che ci mostra le vicissitudini delle divinità agrarie e pastorali attraverso il tema di semina- fioritura – maturazione – raccolto. Queste ultime, le feste del fuoco, sono le più importanti: Samhain, Imbolc, Beltane, Lughnasadh.

La festa, il momento in cui ci si riunisce per la celebrazione di riti collettivi in cui tutti riconoscono e ribadiscono la propria appartenenza a una tradizione comune, era dai Celti riallacciata a quattro fondamentali scadenze nel ciclo della natura: l’inizio della fase oscura dell’anno, Samhain; quella della fase luminosa, Beltane; il passaggio dall’inverno alla primavera, Imbolc; il culmine dell’estate, prima del declino verso l’autunno, Lughnasadh.
La sacra relazione della vita con la morte era ribadita, tra i popoli celtici la vigilia di Samhain con lo spegnimento di tutti i fuochi e l’accensione da parte dei druidi di un fuoco rituale su un’altura, al quale si attingeva per riportare luce e calore in tutte le case. A Samhain si procedeva con la macellazione del bestiame (aspetto della morte) e con un conseguente banchetto (aspetto della vita). In questa notte si aprivano le porte dell’Aldilà, da qui deriva la festa di Halloween anglosassone che venne sovrapposta ai giorni dei Santi e dei Morti del Cristianesimo.
Imbolc celebrava il risveglio primaverile della natura sottolineato dai Celti con riti di purificazione. Collegata a Brigit come Dea Bianca, la festa di Imbolc riservava una particolare attenzione ai guerrieri, cui veniva fatta bere una bevanda tra i cui ingredienti vi erano miele e erbe allucinogene, che stimolavano l’energia fisica e spirituale di cui erano l’espressione. La purificazione della casa era simboleggiata dall’accensione di candele, il che spiega come la festa sia potuta sopravvivere nel Cristianesimo nella Candelora, quando in tutte le chiese si benedicono le candele.
Divinità della luce erano anche Belenos e Belisana e venivano festeggiate a Beltane (fuoco di Bel). Per l’occasione i Druidi accendevano un fuoco sacro strofinando rametti di quercia e facendo bruciare sette diversi tipi di legname. Festa della fecondità e della fertilità, coinvolgeva nei rituali tutti e 4 gli elementi. Tracce di Beltane sono rimaste in Germania nella note di Valpurga e nel resto d’Europa con la celebrazione di Calendimaggio.
Lughnasadath è collegata al dio Lugh ed era la festa di maggior significato sociale: si facevano gare sportive e poetiche, scambi di merci e assemblee.

 

Le feste celtiche sulla ruota dell'anno.
Le feste celtiche sulla ruota dell’anno.

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Pubblicato da Blue Ylith

Sono solo un'ombra del bosco.