[FIABA] Il fiumicello e il pioppo

C’era una volta, in una grande foresta nel Nord della Russia, un boscaiolo di nome Ivan. Giovane e forte, aveva costruito con le sue mani una solida casa di legno di cui andava molto fiero.
Quando l’ebbe finita pensò che era giunto il momento di cercare una moglie, ma purtroppo le ragazze dei dintorni non gli piacevano.
Sognava di incontrare una donna bellissima, alta, bionda, con gli occhi azzurri e la pelle candida. Con il tempo l’immagine che la sua  fantasia aveva creato era diventata per lui quasi reale: la sognava di notte, di giorno gli sembrava spesso di vederla apparire mentre, stanco e sudato, tagliava con potenti colpi d’ascia i tronchi.
Nei giorni di festa si spingeva nei villaggi lontani per cercare una fanciulla che somigliasse a quella dei suoi sogni. Ma nessuna gli sembrava bella abbastanza.
Il tempo passava e questa ricerca non aveva mai fine.
Il sentiero che lo portava al lavoro passava davanti a una bella casa con le persiane verdi. Dietro la finestra, spesso, si alzava una tendina ed una ragazza dallo sguardo dolce si attardava a spiarlo: senza saperlo il boscaiolo aveva acceso d’amore il suo cuore.
La fanciulla si chiamava Natascia, era molto timida, ma il suo amore era così grande che un giorno trovò il coraggio di aspettarlo lungo il sentiero.
«Ho raccolto con le mie mani questo cestino di fragole e sarei felice se tu le mangiassi pensando a me!» disse tutto d’un fiato .
“Non è brutta, però non è certamente la donna che cerco io…” pensò Ivan mentre guardava burbero Natascia che nel frattempo era diventata tutta rossa.
«Non mi piacciono le fragole! Grazie lo stesso!» rispose secco.
Natascia lo guardò allontanarsi, mentre gli occhi le si inumidivano.
Qualche giorno dopo, il boscaiolo fu di nuovo fermato dalla ragazza, che gli porte un giubbetto di lana, dicendogli:
«Quando torni a casa la sera, l’aria è più fredda, questo ti proteggerà. L’ho cucito io.».
Alla proposta affettuosa, Ivan rispose superbo:
«Che cosa ti fa pensare che un uomo come me abbia paura del freddo?!»
Al rifiuto del giovane, due grosse lacrime bagnarono le guance rosse della ragazza che corse via singhiozzando.
Con la forza della disperazione, non volendosi dare per vinta, il giorno dopo aspettò ancora il giovane sul sentiero.
Questa volta aveva in mano una bottiglia che offrì al boscaiolo dicendogli:
«Questo liquore che ho distillato da tutti i frutti del bosco ti darà forza e vigore e ti farà ricordare che io…»
Ivan non la lasciò finire.
«Non bevo, non mi piacciono i liquori!» rispose tirando dritto. Però si accorse di essere stato villano e, fatti pochi passi, si girò, ma la ragazza era scomparsa.
Strada facendo pensò: “Non è brutta! Ha gli occhi dolci… bei capelli e poi dev’essere molto buona! Forse devo accettare almeno un regalo. Certo, non è bella come…”
Improvvisamente la visione della donna dei sogni s’insinuò nei suoi pensieri.
Sentì di nuovo una morsa al cuore.
«Come sono infelice!» esclamò.
Fu allora che avvenne il miracolo: una donna meravigliosa gli apparve tra gli alberi in una nube dorata. Lunghi capelli d’oro incorniciavano un volto bellissimo e il povero boscaiolo si sentì chiedere, da una voce melodiosa:
«Sono Rusalka, una fata dei boschi, vuoi cantare per me?»
Ivan non riusciva a staccare gli occhi dallo sguardo dell’incantevole apparizione.
«Per tutta la vita canterei per te, se solo potessi…»
E tese la mano per toccare la fata, ma subito questa salì più in alto tra i rami.
«Forza, che aspetti? Canta! Solo così, ascoltandoti, riuscirò a prender sonno!» ordinò la fata.
Allora Ivan, felice, cominciò a cantare nenie e poi continuò con canzoni d’amore, mentre la fata, assonnata, ripeteva all’infinito:
«Canta! Canta ancora!»
A sera, con la voce roca, il boscaiolo cercava ancora di conciliare il sonno della fata e, quando arrivò la notte, Rusalka gli chiese ancora:
«Canta se mi vuoi bene!».
Con la voce flebile, il giovane cantava e pensava: “Sono uno sciocco! Era Natascia la sposa per me, non questa donna che chiede e non dà niente in cambio!”.
Ivan, atterrito, provava un vuoto nel cuore sempre più grande e solo la ragazza dallo sguardo dolce lo poteva colmare.
Corse  via, allora, nella notte, ma una voce maligna gli gridò:
«Non la troverai più! Il pianto l’ha trasformata in un ruscello!»
Era ormai l’alba, quando Ivan bussò alla casa di Natascia. Nessuno rispose. Con terrore si accorse che lì vicino scorreva un piccolo ruscello dall’acqua chiara che prima non c’era. Disperato, immerse il viso nell’acqua urlando:
«Come ho potuto, dolce Natascia, non accorgermi di te? Come ti amo adesso!».
Poi alzò gli occhi al cielo e rivolse una preghiera:
«Che io possa sempre rimanere vicino a lei e amarla per l’eternità!»
Per un meraviglioso incantesimo Ivan fu trasformato in un giovane pioppo, le cui radici lambivano il ruscello.
Così finalmente Natascia ebbe per sempre vicino il suo amato.

Pubblicato da Blue Ylith

Sono solo un'ombra del bosco.