La pietra del destino

L’Inghilterra restituisce alla Scozia la pietra magica di cui si era indebitamente impossessata: uno scrupolo postumo o un oggetto scomodo da gestire?
E’ di questi ultimi tempi la notizia sibillina che l’Inghilterra ha restituito alla comunità scozzese la Pietra del Destino, detta “Stone of Scone”, trafugata secoli or sono dopo le sanguinose repressioni in Scozia. La pietra è un macigno di calcare di circa 200 chilogrammi, e fu rubata come trofeo di guerra alla fine del 1200 da Edoardo I, re d’Inghilterra. Uno dei tanti tentativi di infiacchire il morale dei coraggiosi Highlanders. La pietra, dopo numerose peripezie, giaceva ormai da lungo tempo sotto il seggio del trono reale conservato nell’abbazia di Westminster.
Ma cosa nasconde questo inaspettato gesto di disponibilità reale verso i rivali delle Highlands? E soprattutto, che cosa rappresenta questo insolito oggetto per la tradizione scozzese?
La pietra in oggetto ha alle spalle una lunga storia e la sua natura affonda nella mitologia.
Questa strana storia, secondo le leggende, ha inizio non in terra scozzese ma in Irlanda, altra terra magica il cui passato arcaico e i cui trascorsi storici sono spesso intrecciati con quelli della Scozia.
La Pietra del Destino fece la sua prima comparsa in Irlanda per mano dei Tuatha De Danann che la regalarono ai Milesi, loro successori, e antenati del popolo che ora chiamiamo irlandesi.
I Tuatha De Danann (il Popolo dei Dana) erano, secondo la tradizione irlandese, gli antichi abitatori dell’Irlanda: un’antica stirpe di natura divina dotata di poteri soprannaturali che, secondo quanto narrato dalla tradizione irlandese, giunse in una nuvola magica e, nella nebbia sollevata dai suoi druidi, sparì. Un popolo venuto dal nulla e scomparso nel nulla, quel popolo che lasciò ai druidi venuti dopo di sé imponenti vestigia: i templi megalitici.
Si dice che i Tuatha De Danann portarono la scienza, la civiltà , l’arte, ma anche quattro doni con poteri magici che furono destinati a tutti i regnanti successivi: una spada, una lancia, un calderone e un blocco di pietra rozzamente sbozzato. La pietra era in grado di riconoscere il vero sovrano del paese emettendo un alto grido. Divenne proprietà dei primi re d’Irlanda come “Pietra del Destino” e fu installata nella mitica collina di Tara, nella contea di Meath, sede dell’ “Ard Ri”, il re supremo che regnava su tutta l’Irlanda. La pietra fungeva da trono per l’incoronazione ed era il luogo in cui veniva amministrata la giustizia.
Nel VI secolo d.C. Tara fu abbandonata e, in seguito, i miti irlandesi e scozzesi concordano nel dire che fu portata in Scozia, dove ne possiamo trovare le tracce successive. Quello che oggi è un modesto villaggio del Tayside, vicino a Perth, era fino all’VIII secolo la capitale del regno dei Pitti: ci riferiamo al villaggio di Scone, allora importante centro religioso, oltre che sede dei regnanti, dove veniva conservata la conoscenza druidica e dove i re venivano incoronati su una lastra di pietra che veniva chiamata “la Pietra del Destino”.
Nel IX secolo il trono dei Pitti e quello scozzese furono unificati e il loro primo re, Kenneth McAlpine, trasportò la pietra nel luogo della sua incoronazione, a Dunnstaffnage Castle, a Perth. Due secoli dopo, il re inglese Edoardo I trovandosi invischiato in un litigio a nord del Border (il confine tra Inghilterra e Scozia), colse l’opportunità di trafugarla portandola a Westminster. Incapsulata nel sedile dorato dall’alto schienale, la pietra costituiva il trono su cui sono stati incoronati sin da allora i re e le regine britannici.
Ma la sua storia avventurosa continua ancora ai giorni nostri: prelevata dai nazionalisti scozzesi nel 1950, la pietra fu recuperata giusto in tempo per l’incoronazione dell’attuale regina, Elisabetta II, nel 1952.
Perché darsi tanta pena per un oggetto obsoleto? E a quale scopo riconoscere tanto valore ad un mito pagano, per giunta della fazione opposta? E’ difficile pensare solo ad un significato politico, anche se indubbiamente ha il suo peso. E’ vero che la Scozia, dopo l’ultima battaglia cruenta, quella di Culloden, in cui perse tutti i suoi grandi combattenti delle Highlands, ha recuperato pian piano terreno e ora ha un potere contrattuale, nei confronti dell’Inghilterra, che forse non ha mai avuto prima; è anche indiscutibile il lento ma costante declino dell’impero britannico, e un gesto di disponibilità da parte del regno può essere distensivo in un momento di rinascita indipendentista. Ma sarà tutto qui? Perché tanta importanza per una volgare pietra che non è certo il Koh-i-noor, ma una banale lastra di calcare, senza alcun valore, al di là di quello simbolico?
Per rispondere a queste domande dovremmo conoscere il vero significato di quei quattro oggetti (la Spada, la Lancia, la Coppa, la Pietra) di origine divina, che si tramandavano i re d’Irlanda, la cui storia è stranamente simile a quella della mitologia giapponese. Da tempi immemorabili vengono consegnati all’imperatore del Giappone, nel momento del suo insediamento, tre oggetti rituali: uno specchio, uno scrigno contenente pietre preziose, una spada, e questi si ritira da solo, per tutta una notte, in meditazione con i suddetti oggetti; solo così può essere pronto per l’incoronazione. Sopravvivenze di antiche superstizioni o reminiscenze di arcaiche società iniziatiche?
E chi erano i Tuatha De Danann, questo mitico popolo che sembrava possedere una conoscenza oggi perduta, capace di erigere templi maestosi come quello di Stonehenge, calendario astronomico oltre che luogo di culto, in grado di calcolare le eclissi? Se il mito della “Stone of Scone” è riuscito a sopravvivere così a lungo, addirittura con il riconoscimento del popolo che ne ha soppiantato la cultura, vuol dire che c’è un significato che ci sfugge e che va al di là delle contese storiche.
In ogni caso, nessuno ha dubbi sui poteri magici della pietra. Si dice che la Pietra del Destino porti sventura e sciagure a chi se ne impossessa abusivamente; la sua riconsegna sarà un modo, da parte della regina, per uscire dall’incubo dei suoi “anni horribiles”?

(Di Rosalba Natteo – NEC news febbraio 1997)

Pubblicato da Blue Ylith

Sono solo un'ombra del bosco.